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domenica 4 settembre 2011

E la giustizia per Carlo?

Dieci anni e qualche giorno fa a Genova si piangeva in piazza Alimonda, si piangeva perchè un ragazzo di 23 anni giaceva inerme sull'asfalto, circondato da un cordone di carabinieri e adagiato in una pozza di sangue.
Il ragazzo si chiamava Carlo Giuliani, ed era un simpatizzante dei no-global italiano, che quel giorno aveva preso parte alle manifestazioni dopo che la polizia aveva caricato ingiustamente il corteo autorizzato e il gruppo di pacifisti della rete Lilliput, ferendo molteplici persone.
Carlo stava assaltando una camionetta blindata delle forze dell'ordine, e aveva preso in mano un estintore, quando uno dei carabinieri all'interno del mezzo, Mario Placanica, spaventato, gli ha sparato 2 volte.
Successivamente la camionetta è passata sul corpo di Carlo, ancora vivo, per due volte, prima di dileguarsi nelle strade genovesi.
Fin da subito un'aura di mistero si è avvolta intorno all'episodio: dapprima infatti era stato riferito dalle forze italiane che il morto era un giovane spagnolo, poi i carabinieri si sono stretti intorno al cadavere della loro vittima e qui arriva la parte meno onorevole davvero in questa storia per l'Arma dei Carabinieri.
Il pluridecorato Corpo Armato, infatti, si è reso partecipe di calci al cadavere del giovane, insulti ai manifestanti lì intorno accalcati, addirittura alcuni hanno spento i propri mozziconi di sigaretta sul corpo senza vita di Carlo. E infine un maresciallo, nel disperato tentativo di discolpare il suo amato Corpo da questa tragica vicenda, ha dato il meglio di sè fracassando la testa del pericolosissimo delinquente accusato di molteplici crimini (eh si, Carlo non era un ragazzo come gli altri che partecipava alle manifestazioni per il g8, era un pazzo sanguinario, una delle persone peggiori mai esistite sulla faccia della terra!) lanciandogli una pietra in volto.
Forse fà un po' effetto sapere che nessun menbro delle forze dell'ordine è stato punito con alcuna sanzione, nè galera nè licenziamento con disonore, ma che possiamo dire? Siamo in Italia ed è abbastanza normale vedere una giustizia non proprio parziale (vedi Berlusconi, quello che non ho mai capito come fa ad ottenere la maggioranza nonostante tutti lo critichino apertamente e nonostante sia lo zimbello di tutto il mondo occidentale).
Basti pensare che non sono stati incarcerati nemmeno i carabinieri che hanno assaltato la Diaz picchiando e torturando giornalisti e difensori dei diritti umani che vi si trovavano all'interno!
In rete ho trovato questa interessante frase: LA POLIZIA POTREBBE ANCHE VIOLENTARE UN'ANZIANA, TANTO è SEMPRE LEGITTIMA DIFESA.
Credo che corrisponda a verità.
E mi viene da piangere.

Appello Amnesty per diritti umani e polizia in Italia

Dieci anni fa a Genova le forze dell'ordine italiane hanno sorpreso il mondo intero effettuando un'escalation di abusi, torture e violenze di ogni tipo contro ogni manifestante che si sono trovati davanti.
Le mille testimonianze, le foto e i video, a migliaia, hanno convinto Amnesty International e non solo a inviare ripetuti appelli al governo italiano affinchè vengano assicurati il rispetto della persona e dei diritti umani anche dalle forze dell'ordine.

Eppure nonostante il mondo intero aborrisca le azioni di carabinieri e polizia in quel giorno, nonostante sia stato provato l'omicidio cruento e corredato di mutilazione al cadavere di Carlo Giuliani, nonostante gli orrori perpetrati dai paramilitari italiani nella Diaz, ancora oggi non si è avuta giustizia.
Ancora oggi non sono in carcere i poliziotti che hanno preso parte a quelle giornate arricchendole di sangue e violenza gratuita.
Ancora oggi la legge italiana non permette l'identificazione dei membri delle forze dell'ordine in azione, e non garantisce un processo equo ed imparziale per essi.
http://www.amnesty.it/italia_polizia_operazione_trasparenza firmate l'appello per Amnesty a questo link per richiedere un cambiamento al governo italiano, per cercare di avere giustizia.
Chiudo con questa immagine trovata sul web, credo che le parole non possano esprimere il mio disprezzo per coloro che non valgono come uomini, e nemmeno come bestie.