E così è ormai giunto al termine il mio viaggio di volontariato in Ghana.
Oggi pomeriggio partirò dal mio villaggio per raggiungere la città di Tamale, dove dormirò una notte per poi prendere il giorno successivo il bus per la capitale, Accra, e fare un viaggio su strada di almeno 12 ore.
Incredibile è che oramai, dopo un mese intero passato a vivere in questa comunità, con disagi igienici e di ogni altro tipo, io mi sia abituato a certe condizioni e che mi dispiaccia partire!
Ma dopotutto quante cose ho imparato durante questa esperienza...di sicuro poi la mia fede politica non ne è uscita che rafforzata.
Tirando le somme? Ho imparato tanto, ho sopportato tanto e mi sarà parecchio utile per il futuro.
Se consiglio l'Africa? Forse si, forse no, dipende da voi e dalla vostra capacità di adattamente, perchè, credetemi, ce ne vuole...
Contro la manipolazione mediatica, contro lo stretto controllo operato dai governi verso i sistemi di informazione, per raccontare, rivelare e scoprire idee e notizie. Hope in freedom, forever.
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martedì 6 settembre 2011
sabato 3 settembre 2011
Noi volontari in Ghana
Ecco alcune foto di noi volontari in Ghana: assieme a me vi sono anche 2 ragazze norvegesi ed uno svedese. A presto nuove foto e notizie live from here.
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Prima relazione del Ghana
Il mio viaggio in Ghana è cominciato la notte tra l'8 e il 9 agosto, quando sono partito in macchina da Termoli alla volta di Roma, dove avrei preso l'aereo.
C'è da dire che la scelta di vivere questa esperienza è stata a volte sofferta, ma comunque non me ne sono mai pentito; guidato dalle mie convinzioni politiche, dai miei ideali, dalla voglia di vivere diversamente, a volte anche in grandi difficoltà, e dalla costante ricerca di novità a volte inesistenti nel nostro mondo, alla fine ho deciso di dare una svolta radicale alla mia vita e, dunque, di salutare gli amici e la famiglia e partire.
Dopo un viaggio lunghissimo in aereo, dopo aver cambiato volo a Istanbul (non senza essermi potuto accorgere del consumismo sfrenato presente nell'aeroporto turco) e dopo 2 ore ulteriori di sosta carburante a Lagos, sono finalmente giunto ad Accra, la capitale del Ghana.
Agli occhi di un occidentale la situazione si presenta critica quasi da subito: già nell'aeroporto africano regnano il disordine e la sporcizia, i muri perdono l'intonaco, i bagni sono carenti e l'esercito sorveglia ogni angolo della zona. La prima sensazione che ho avuto è stata più che altro negativa, e dettata comunque dal mio modo precedente di vedere le cose.
Dall'aeroporto mi sono trasferito in un albergo, sempre ad Accra, dove sono rimasto 4 giorni con un altro gruppo di volontari, tutti stranieri, a fare orientamento prima di trasferirmi definitivamente al villaggio.
Visitando Accra ho avuto una prima impressione della povertà del Paese: le fogne sono tutte a cielo aperto, solo la metà delle strade è asfaltata, la maggior parte delle case non ha acqua corrente. Al momento queste condizioni mi parevano critiche, mi sarei accorto più tardi di quanto in realtà fossero ottime rispetto a ciò che avrei provato dopo.
Il quarto giorno noi volontari ci siamo divisi in quanto ognuno sarebbe dovuto andare in un villaggio diverso del Ghana, e io mi sono diretto a nord, verso la zona più povera e isolata del paese, arrivandovi solo dopo due giorni di viaggio.
La mia sistemazione al villaggio è presso una famiglia locale, benestante rispetto agli altri, in una casa dotata di elettricità quasi tutto il giorno e servizi igienici, ma senza doccia naturalmente. Il capofamiglia che mi ospita (host-father in inglese) è un infermiere ed è il responsabile dell'unica clinica presente per diverse decine di km quadri.
Assieme a me in questo villaggio vi sono altri 3 volontari, 2 norvegesi e uno svedese, che lavorano con me.
Il mio lavoro consiste nel viaggiare ogni giorno in moto verso una delle micro-comunità presenti nella zona, dove parlo alla popolazione riguardo a HIV, malaria e igiene, e dove assieme ad una squadra di infermieri pesiamo e vacciniamo i bambini, oltre a monitorarne la crescita.
Credo sia giusto dedicare due righe alle condizioni di vita disumane che ho trovato qui: l'80% dei bambini sotto i 5 anni è sottopeso, almeno il 40% non supera i primi mesi di vita, non esiste un sistema fognario, le strade non sono asfaltate, nelle comunità non esistono acqua corrente ed elettricità, non esistono i bagni, per cui le persone fanno i loro bisogni nei campi, almeno il 90% delle persone mangia con le mani, aumentando fortemente il rischio di malattie batteriche, e meno del 10% delle persone frequenta o ha frequentato la scuola.
Il risultato di tutte queste cattive norme igieniche, ignoranza e mancanza di strutture sono le malattie.
L'HIV è altamente diffuso nella zona, e può essere combattuto efficacemente solo con un lavoro di prevenzione e quindi di informazione, osteggiato dall'ignoranza degli abitanti dei villaggi, che tra l'altro parlano solo un dialetto locale, il mampruli.
Ma la malattia più diffusa nella zona è la malaria, infatti in questa parte dell'Africa sono presenti tutti e 3 i ceppi della malattia, e le zanzare sono numerosissime; inoltre il tasso di mortalità per malaria è molto alto anche perchè le persone preferiscono utilizzare come rimedio le erbe medicinali del luogo (che non funzionano quasi mai) rifiutandosi di seguire le moltissime cure farmaceutiche disponibili sul mercato e distribuite dalla clinica per la quale lavoro.
Io stesso ho contratto la malaria da 4 giorni, e posso testimoniare che si tratta davvero di una malattia orribile, ma in ogni caso curabile: nel mio caso la sto trattando con chinino, antibiotici a largo spettro, antidolorifici e artemisina+lumefantrina. Se non curata porta alla morte da pochi giorni a poche settimane, a seconda del ceppo di appartenenza.
Altre malattie abbastanza presenti nella zona sono tifo e colera, soprattutto quest'ultimo.
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giovedì 1 settembre 2011
Io in Ghana
Questo sono io in Ghana, nel villaggio di Langbensi (il secondo da sinistra). Del mio gruppo di volontariato fanno parte anche le due ragazze sulla destra e il ragazzo che ha scattato la foto. I due uomini intorno a me sono quelli con cui lavoro e sono degli infermieri. Il prima possibile caricherò altre foto.
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venerdì 26 agosto 2011
Un modo diverso di vivere
Per 18 anni, tutta la mia vita, la mia esistenza é stata un eterogeneo miscuglio di capitalismo, corse sfrenate per raggiungere qualcosa, arrivismo in generale.
Che sorpresa, in parte aspettata certo, ma non con tal vigore, quando arrivando in Africa per la prima volta, mi sono accorto di come le cose qui siano nettamente differenti.
Non dico che siano migliori, ormai la mia capacità di giudizio è troppo infettata dal mio vecchio stile di vita per poter affermare questo, anzi ora come ora sono capace di "odiare" questo modo di vivere, ma di sicuro c'è qualcosa che sa di poesia e che riporta il nostro animo alla lucentezza e agli albori della preistoria, quando l'uomo doveva preoccuparsi solo di vivere, e dentro di sè era libero come non mai...
Purtroppo sono costretto dalla mia coscienza di occidentale a fare un'analisi il più obiettiva possibile di questa esistenza, e i risultati sono più negativi che positivi, con alta mortalità infantile, malattie, povertà, arretratezza in tutti i campi, ignoranza...sembra che il mondo riesca qui a dare il peggio di sé.
Eppure c'è qualcosa che riesce ad affascinare ugualmente uno spettatore pure colpito da tante accezioni negative di questa realtà, e questo rende ancora maggior merito alle poche ma grandi virtù di questo paese...
C'è qualcosa nell'essere svegliati la mattina dal canto del gallo, nell'osservare i paesaggi sterminati di questo angolo di mondo, nei richiami della moschea prolungati nei vasti e taciti silenzi...qualcosa che forse noi, con tutte le nostre comodità e i nostri lussi, abbiamo perso per sempre.
Che sorpresa, in parte aspettata certo, ma non con tal vigore, quando arrivando in Africa per la prima volta, mi sono accorto di come le cose qui siano nettamente differenti.
Non dico che siano migliori, ormai la mia capacità di giudizio è troppo infettata dal mio vecchio stile di vita per poter affermare questo, anzi ora come ora sono capace di "odiare" questo modo di vivere, ma di sicuro c'è qualcosa che sa di poesia e che riporta il nostro animo alla lucentezza e agli albori della preistoria, quando l'uomo doveva preoccuparsi solo di vivere, e dentro di sè era libero come non mai...
Purtroppo sono costretto dalla mia coscienza di occidentale a fare un'analisi il più obiettiva possibile di questa esistenza, e i risultati sono più negativi che positivi, con alta mortalità infantile, malattie, povertà, arretratezza in tutti i campi, ignoranza...sembra che il mondo riesca qui a dare il peggio di sé.
Eppure c'è qualcosa che riesce ad affascinare ugualmente uno spettatore pure colpito da tante accezioni negative di questa realtà, e questo rende ancora maggior merito alle poche ma grandi virtù di questo paese...
C'è qualcosa nell'essere svegliati la mattina dal canto del gallo, nell'osservare i paesaggi sterminati di questo angolo di mondo, nei richiami della moschea prolungati nei vasti e taciti silenzi...qualcosa che forse noi, con tutte le nostre comodità e i nostri lussi, abbiamo perso per sempre.
sabato 20 agosto 2011
Ghana
Mi trovo in Ghana a fare un mese di volontariato in questo momento, e la situazione e davvero critica: nel villaggio in cui mi trovo non vi sono fogne o servizi igienici di alcun tipo, la gente mangia con le mani, vi sono casi di aids e malaria nei bambini, le donne incinta sono completamente disinformate e una ieri ha preso un' infezione che potrebbe ucciderla. I topi sono all'ordine del giorno nelle case...facciamo qualcosa, non limitiamoci a guardare.
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