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giovedì 1 settembre 2011

Libya: rebels' declaration

About a few hours ago rebels have said security will be guarantee for Saadi if he surrenders.
Saadi said 1 hour before the declaration he had the authorisation from his father to talk to NTC to stop civil war in Libya.

martedì 10 maggio 2011

Costa d'Avorio: strage dei soldati di Gbagbo

Questa settimana le truppe in fuga dell'ex presidente Gbagbo (che si è rifiutato di lasciare il potere al neoeletto Ouattara e che è stato arrestato l'11 aprile) hanno attaccato durante la loro fuga verso i paese natii (si tratta perlopiù di mercenari etiopi) diversi centri sulla costa, facendo circa 200 vittime, tutti civili.
Le vittime sono state scelte in base a questioni razziali e di preferenza politica.
http://it.peacereporter.net/articolo/28402/Costa+d'Avorio,+miliziani+di+Gbagbo+in+fuga+uccidono+200+persone ecco la notizia di PeaceReporter.

venerdì 6 maggio 2011

Amnesty accusa Gheddafi di crimini contro l'umanità

Secondo un rapporto di Amnesty riguardo la situazione della guerra in Libia e in particolare della battaglia a Misurata, Gheddafi potrà essere accusato di crimini contro l'umanità (http://www.amnesty.it/libia-attacchi-contro-civili-a-misurata-possono-costituire-crimini-di-guerra).
Infatti il colonnello ha attaccato indiscriminatamente i quartieri residenziali della città, facendo centinaia di vittime civili innocenti e disarmati.
Inoltre l'uso di bombe a grappolo, largamente impiegate dal rais, è vietato dalla Convenzione di Ginevra e costituisce violenza sui civili.
Il rapporto di Amnesty, molto dettagliato, servirà nelle fasi immediatamente successive alla guerra, nel caso in cui Gheddafi sarà catturato vivo.

giovedì 5 maggio 2011

Massacro in Costa d' Avorio

Oggi in una periferia della capitale della Costa d' Avorio, Abidjan, è stata scoperta una fossa comune di recente fattura con all'interno 30 cadaveri, tra cui donne e bambini.
La scoperta, che ha generato orrore in tutto il Paese, non è stata nemmeno discussa nel mondo occidentale.
Ricordiamo che queste vittime sono conseguenza della guerra civile che sta infiammando la Costa d' Avorio da alcuni mesi a questa parte, tra le forze fedeli a Gbagbo (presidente uscente che ha rinunciato a lasciare il potere) e Ouattara, il "vero" presidente, che sta cercando di resistere agli attacchi del rivale.
Ognuna delle due parti si sta rendendo complice di un omicidio di massa che non risparmia anziani, donne e bambini, secondo una tradizione fin troppo usuale nel centro Africa.
Mi ero occupato della notizia già 15 giorni fa (http://attivismolibero.blogspot.com/2011/04/costa-davorio-in-subbuglio.html), ma a quanto pare l'indifferenza è un'arma molto comoda in Occidente.
Andate qui per maggiori informazioni sugli ultimi massacri nella regione http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/05/2011554288297302.html

martedì 3 maggio 2011

Libia: in diretta dai blog dei corrispondenti

Si combatte nella città di Al-Zintan, con lanci di missili e razzi da parte di Gheddafi, mentre le forze di terra sono ancora trattenute dai ribelli.
Intanto continua la battaglia anche a Misurata, dove stanotte sono morti almeno 55 civili per i bombardamenti del rais. Sono le ultimissime notizie, risalenti a circa 10 minuti fa, che vengono dalla Libia, in diretta dal corrispondente di Al Jazeera sul posto.
http://blogs.aljazeera.net/live/africa/libya-live-blog-may-3 e questo è il blog Live in Libia da cui potete avere notizie in tempo reale e documentarvi sul massacro che sta avvenendo.

domenica 1 maggio 2011

Libia: NATO distrugge 45 veicoli governativi

Oggi la NATO ha attaccato con successo una colonna di 45 veicoli dell'esercito libico, distruggendoli.
La divisione libica aveva appena portato a termine un attacco nelle città di Jalu e Awlijah, uccidendo 5 civili e ferendone altre 10.
Intanto gli scontri proseguono anche intorno al confine con la Tunisia, adesso nella città di Wazin, a pochi chilometri dal confine.

Si combatte al confine tra Libia e Tunisia

La zona di Dehiba, un crocevia al confine con la Tunisia molto importante per Gheddafi, è divenuta teatro di un cruento scontro tra i ribelli, aiutati da massicce folle tunisine, e le truppe del rais. Dehiba fin dall'inizio della guerra civile rappresenta la principale porta per i ribelli per accedere alla Tunisia e agli aiuti umanitari che passano di lì.
Una settimana fa le forze della rivoluzione avevano conquistato il crocevia e cacciato i soldati del colonnello, che però sono tornati all'attacco tra 2 giorni fa, con truppe di terra, cecchini e razzi. Solamente nella giornata di ieri testimoni oculari parlano di 80 razzi lanciati contro le postazioni ribelli nella città.
Ecco la notizia in inglese di Al Jazeera http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/04/201142815329302425.html

venerdì 29 aprile 2011

Fuga dalla Siria

Tra oggi e ieri circa 3000 persone sono fuggite dalla Siria verso il Libano.
Sono soprattutto donne e bambini, e parlano di bombe e carri armati al di là della frontiera. Intanto sale a 30 il numero dei deputati del partito Baath, quello al governo, che si sono dimessi in queste tragiche ore.
Per le strade si spara sui manifestanti, ormai si è sull'orlo di una guerra civile.
E l'ONU continua i preparativi per un tavolo su cui discutere di sanzioni, ormai probabilmente pesantissime, contro il governo siriano.

martedì 19 aprile 2011

Le nuove rivoluzioni: supportarle?

Ci troviamo dinanzi a una strana epoca: mentre nei nostri relativamente calmi e tranquilli paesi occidentali ci godiamo la bella vita, con Internet, i sindacati, le università, la libertà di stampa e opinione, vi sono altri luoghi nel mondo (la maggioranza) nei quali la vita è scandita dai ritmi della dittatura e dell'oppressione.
Vi sono Paesi che devono ancora iniziare a lottare per quegli ideali da noi affermatisi nel periodo tra la rivoluzione francese e la fine dell'Ottocento: libertà, fratellanza, uguaglianza.
Ebbene oggi c'è qualcuno che si è svegliato la mattina e ha deciso di cambiare, ha scelto che forse è meglio morire piuttosto che vivere da schiavi, meglio scendere in piazza ed essere sparati che vivere rinchiusi nella propria inetta quotidianità ricca di soprusi e ingiustizie.
Eppure noi occidentali facciamo poco o niente: ci è bastato molto poco per entrare in un conflitto durato anni e costato moltissimi morti in Iraq (ma lì c'era il petrolio...) e adesso che si tratta di difendere vite umane, vite di vecchi, donne, bambini, uomini civili che combattono per gli ideali più puri, ci tiriamo indietro o quasi.
Il nostro unico aiuto a queste popolazioni di ribelli, che passeranno alla storia un giorno, è una timida No-fly-zone imposta a una parte della Libia.
Forse vi dichiarerete contrari alla guerra in linea di principio, ma vi faccio una domanda: si tratta forse di una guerra questa? Non è più simile al difendere in piazza i propri sacri diritti, quelli umani? Il principio è lo stesso. Tutti noi aborriamo la guerra quando questa è dettata dall'odio razziale o da un qualsiasi tornaconto personale, ma in questo caso si tratta di difendere la vita di persone buone, che chiedono solo ciò che noi abbiamo già...
Perciò basta dire che la guerra non si deve fare, perchè in realtà è vero che esistono conflitti buoni e cattivi, e ora ci troviamo dinanzi ad uno che più buono non vi è.
A voi la scelta: andare ad aiutare o lasciarli morire.

lunedì 18 aprile 2011

Guerra sporca in Libia

La notizia appare oggi sul sito dell'Ansa, ma non è completamente nuova alle orecchie di chi ha seguito con interesse le vicende del conflitto: i soldati di Muammar Gheddafi fanno guerra sporca, con bombe a grappolo (utili per mietere danni soprattutto tra i civili) e stupri.
Addirittura si è sparsa la voce di rifornimenti di Viagra tra le truppe del rais.
Le voci riguardo tale strategia bellica sono comunque state in parte smentite dai rappresentanti del governo provvisorio a Bengasi, che dichiarano che avrebbero saputo di una cosa del genere se la notizia fosse stata fondata.
Intanto la battaglia continua sempre a Misurata, dove oggi sono morti 6 ribelli per il fuoco d'artiglieria di Gheddafi, a più a sud a Brega, dove la situazione è in una fase di stallo.
Nei cieli sempre visibili gli aerei Nato, alla ricerca di postazioni del colonnello tra le dune, operazione resa difficile dal vento che alza polvere del deserto.

Qui potete trovare la notizia completa, direttamente dal sito dell'Ansa http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/16/visualizza_new.html_1587570705.html